L’analisi dei testi antichi porta a dire che le discipline del Pentathlon erano 5.
L’ordine delle prove era:

CORSA

Anticamente si pratiano varie specialità di corsa che si differenziavano in base alla lunghezza del percorso. La più antica fu lo Stadio o corsa semplice, l’unica ad essere disputata nelle prime 13 Olimpiadi. Si trattava di una gara di velocità (600 piedi, corrispondenti ai nostri 200 metri).

Alla quattordicesima Olimpiade fu istituito il diaulo, due volte la lunghezza dello stadio (1200 piedi). Probabilmente si disputava così: i corridori, giunti alla linea di arrivo dello stadio, giravano intorno al paletto che divideva una corsia dall’altra e ritornavano alla linea di partenza. Poiché tuttavia nel girare attorno al paletto potevano intralciare il proprio vicino, è probabile che solo la metà dei concorrenti che le corsie potevano ospitare venisse schierata alla partenza del Diaulo.

corsa Pentathlon
corsa Pentathlon

Esisteva poi la corsa lunga o dolico, sul cui percorso i pareri sono discordi: si varia dai 7 ai 24 stadi, cioè dai 1300 metri ai 4500 metri circa. Questa specialità ebbe origine con l’istituzione dei corridori-messaggeri, che dovevano recare le notizie delle operazioni belliche alla madrepatria. Siamo anche a conoscenza di una corsa sulla lunghezza dei 4 stadi, chiamata Ippodromo in quanto corrispondeva alla lunghezza del giro di pista dei cavalli nell’ippodromo. Anche la corsa, come le altre discipline sportive, veniva praticata a corpo nudo e senza l’uso dei calzari.

SALTO

salto Pentathlon

Il salto, specialità atletica non molto antica, probabilmente sconosciuta nel periodo omerico, godette successivamente di grandi favori, tanto che quando fu inserita nella disciplina del Pentatlon ne divenne la gara più importante ed emblematica. Nell’antichità si trattò quasi esclusivamente di salto in lungo: l’atleta, nel salto in lungo, cominciava l’esercizio su una sorta di pedana e atterrava sul morbido, in una specie di buca dal terreno sufficientemente smosso, tanto da permettere un’agevole base d’appoggio a conclusione del salto.

Invece il salto in alto, ad esempio in Grecia, non rientrava in alcuna gara e doveva probabilmente limitarsi al solo allenamento in palestra.

Un sostanziale mutamento avvenne alla diciottesima Olimpiade quando fu introdotto l’uso degli halteres, specie di manubri di pietra o di piombo che servivano da contrappeso al saltatore (dai due ai nove kg di peso).

salto Pentathlon

LANCIO DEL DISCO

Il lancio del disco fu disciplina antichissima, molto amata dai Greci, che la praticarono fin dal periodo omerico. Assai popolare anche presso gli Etruschi, incontrò invece scarso favore presso i Romani. L’antico agonista, dopo aver saldamente impugnato il disco, procedeva dalla piazzola di tiro (balbis) al lancio con una tecnica del tutto diversa da quella attuale, che prevedeva la rotazione completa del corpo per imprimere una spinta maggiore del disco. Sollevava infatti il disco all’indietro per un quarto di giro tenendo il braccio teso, si ripiegava poi su se stesso per alzarsi di scatto con tutta la persona e scagliare l’attrezzo in avanti. Il pubblico prendeva posto intorno alla pista sul terreno battuto in pendio naturale e solo per la giuria era prevista una tribuna vera e propria, disposta sul lato lungo meridionale dello stadio.

Si gareggiava al meglio di cinque lanci. Nell’antichità si ottennero misure rimarchevoli, questo fu dovuto soprattutto al peso del disco e alla tecnica di lancio che veniva effettuato quasi da fermo.

lancio del disco

Si gareggiava al meglio di cinque lanci. Nell’antichità si ottennero misure rimarchevoli, questo fu dovuto soprattutto al peso del disco e alla tecnica di lancio che veniva effettuato quasi da fermo.

LANCIO DEL GIAVELLOTTO

lancio del giavellotto Pentathlon

Il lancio del giavellotto fu originariamente una gara a se stante, con propri premi e classifica e solo successivamente venne inserito nella specialità del Pentatlon. L’attrezzo era costituito da una lancia dritta e leggera, di sambuco o di bronzo, con un’estremità protetta da una capsula di metallo, che non solo consentiva all’asta di conficcarsi perfettamente nel terreno, ma spostandone il baricentro verso la punta ne favoriva la traiettoria che risultava così più lunga e stabile.

Il lancio poteva avvenire da fermo oppure prendendo una rincorsa; in ogni caso non si doveva superare un determinato limite, pena la squalifica. La misura media di un buon lancio si aggirava intorno ai 46 metri.

Sembra che ogni concorrente avesse a disposizione due giavellotti e, pertanto, si doveva gareggiare al meglio di due lanci. Il giavellotto veniva utilizzato anche per gare di tiro al bersaglio sia a piedi che a cavallo.

LOTTA

La lotta entrò a far parte delle discipline olimpiche nel 708 a.C. alla diciottesima Olimpiade. Gli incontri di lotta si suddividevano in tre specialità: l’ orthopale, che era il tipo più adatto agli atleti che sfoderavano colpi particolarmente spettacolari (valeva la regola della vittoria dopo tre atterramenti e fu la sola specialità accettata ai giochi); l’alindissis, che era la specialità praticata durante gli allenamenti (l’incontro terminava solo quando uno dei contendenti si dichiarava vinto); l’acrochirismòs, che era la lotta speciale in cui i lottatori si servivano esclusivamente delle dita ed era certamente la più cruenta tra le discipline. Gi incontri si svolgevano solitamente in piedi, nella posizione iniziale di presa alle braccia, anche se in età più tarda venne concesso il combattimento a terra. Prima della gara gli atleti si ungevano di olio, frizionando i muscoli per prepararli allo sforzo, e ricoprivano, quindi, tutto il corpo di un sottile strato di polvere. La lotta prevedeva un ampio repertorio tecnico, relativo alle mosse e alle prese esclusivamente sulla parte superiore del corpo e mai sulle gambe.

lotta Pentathlon
lotta Pentathlon

La lotta prevedeva un ampio repertorio tecnico, relativo alle mosse e alle prese esclusivamente sulla parte superiore del corpo e mai sulle gambe.

a cura di Riccardo Rudilosso